POLEMICA - Il sodalizio attacca: "Ci hanno promesso una sede.."
"Ci hanno promesso una sede all'ospedale ma non l’abbiamo mai vista” "Così Puppo ha illuso i donatori Avis. Si sono dimenticati di noi, per loro contano soltanto i voti e il profitto economico".
"Quest'amministrazione ha soltanto illuso i donatori, il sindaco Puppo sta bistrattando la nostra attività". Il direttivo dell'Avis scende sul sentiero di guerra contro il Palazzo. "Ci avevano promesso una sede - lamentano il presidente Roberto Romano e il vicepresidente Carmelo Costa -. E ora si sono dimenticati di noi". L'Avis di Settimo è una delle associazioni più attive nel campo sociale e sanitario: conta 513 soci e 854 prelievi l'anno, "la quinta realtà in provincia di Torino", spiegano i volontari. Eppure non naviga in ottime acque da quando, nel 2012, il comune ha smesso di erogare i contributi annuali, 3800 euro l'anno. "Dobbiamo pagare l'affitto della nostra sede, un locale privato in via Verdi, e non ce la facciamo più.
Siamo l’unica associazione che paga una sede. Più di un anno fa, con la vecchia amministrazione, facemmo la richiesta di ottenere una sede. Ci prospettarono la possibilità di occupare alcuni locali dell’ospedale attualmente inutilizzati. Firmammo anche un protocollo di intesa col comune per avviare "attività continuative di confronto". Confronto che però non c'è mai stato". Secondo una prima ipotesi, il comune avrebbe dovuto spendere circa 20mila euro per adeguare i locali dell'ospedale. "Poi si cambiò il progetto abbattendo i costi e successivamente si studiò una soluzione a costo zero. Eppure non se n 'è fatto nulla. In realtà abbiamo capito che all'ospedale non ci vogliono mandare, perché perseguono solo il profitto e noi, in quanto associazione di volontariato, non generiamo utili, anche se svolgiamo un grande servizio alla comunità, visto che il nostro sangue finisce agli ospedali della città della salute, a Torino".
L'Avis, insomma, si sente trascurata dal comune. "L'ex assessore al welfare Rosina Mondello e il presidente del consiglio Giancarlo Brino in un'assemblea si presero l'impegno di trovare una soluzione - attacca Romano - Soluzione che no abbiamo mai avuto. L'assessore Rosa Catenaccio (sanità) ci ha snobbati, rimbalzandoci alla Mondello. Mondello non ci ha dato risposte. Allora ai primi di gennaio ho incontrato Puppo, che ci ha rimandato alla Mondello. Morale: nulla di fatto". L'Avis, per protesta, ha deciso di non partecipare alla festa del volontariato che si terrà in piazza Campidoglio fra qualche settimana.
"Ho scritto una mail al sindaco dicendo che essendo lui il tutore della salute pubblica ha un dovere etico verso chi dona il sangue in modo gratuito. Eppure in campagna elettorale ci fece delle promesse. Stiamo parlando di 513 donatori, evidentemente i politici capiscono solo i numeri e i voti". Romano rispolvera il passato, quando l'assessore al welfare era Caterina Greco, oggi consigliera dissidente del Pd. "Con lei, in ambito associativo, tutti insieme abbiamo recuperato un passato importante che si stava perdendo. Passata la Greco, si è tornati a zero. L'attenzione che quest'amministrazione riserva all’Avis è zero. Il comune non può utilizzare la solidarietà a suo uso e consumo. Non può organizzare la festa della solidarietà tanto per fare".
E quindi cosa chiede l'Avis? "Una sede adeguata, e il luogo più idoneo è l'ospedale: non raccogliamo biglie, raccogliamo sangue. Se lo mettano in testa. Capisco che abbiano esigenze di bilancio, ma noi alla fine facciamo risparmiare l'Asl e quindi la comunità, con prelievi gratuiti".
Lorenzo Bernardi
Fonte: "La Nuova Voce", Martedì 15 settembre 2015-Anno 17 numero 37