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Il sangue non si può creare

In attesa che la ricerca arrivi a creare il sangue artificialmente, non dobbiamo abbassare la guardia sulle donazioni. Quale è il punto della situazione nel nostro paese?

Circa un milione e 690 mila individui sparsi su tutto il territorio. Il 4,4% della popolazione compresa tra i 18 e i 65 anni. E’ questa la fotografia dei donatori di sangue in Italia, un esercito capace di soddisfare ogni anno la crescente richiesta da parte del nostro sistema sanitario.

Le associazioni di volontariato e gli organismi attivi nella raccolta di sangue, lavorano interrottamente per sensibilizzare l’opinione pubblica sull'importanza di donare sangue, un bene prezioso che, complice l’aumento dell’aspettativa di vita media e la difficoltà nel riprodurlo artificialmente, potrebbe cominciare a scarseggiare.


In Italia, seppur con alcune differenze a livello regionale, i centri specializzati garantiscono il numero di sacche di sangue necessarie al fabbisogno. Un buon risultato frutto di un programma di autosufficienza regionale che prevede la cessione da parte dei centri che hanno eccedenza di sangue a quelli che sono carenti. In regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Basilicata, le donazioni coprono ampiamente il fabbisogno, permangono alcune situazioni di criticità come nelle isole e nel Lazio.

Questo bene prezioso che, a differenza di quanto si possa pensare, viene utilizzato principalmente nei pazienti colpiti da tumore. La grossa fetta del fabbisogno annuale di sangue, spiegano i medici, riguarda i malati, sottoposti a trattamenti di chemioterapia, che presentano un midollo osseo incapace momentaneamente di produrre globuli rossi e piastrine. Ovviamente le trasfusioni riguardano anche quelle situazioni di emergenza come incidenti stradali ed emorragie intraoperatorie. 

Il sangue oggi è più controllato e sicuro rispetto al passato grazie all'evoluzione delle tecniche diagnostiche che permettono di rilevare, con tecniche di biologia molecolare, la presenza di infezioni virali. Infatti oggi si può sapere se il sangue è infetto ancor prima che il donatore presenti dei sintomi. Ciò riduce davvero al minimo i rischi poiché ogni donazione viene meticolosamente controllata.  

Ma se la ricerca ha fatto passi da gigante nel garantire materiale biologico sempre più sicuro, lo stesso non si può dire per quanto riguarda la possibilità di produrre sangue in maniera artificiale. Nell'attesa di raggiungere questo ambizioso obiettivo, che risolverebbe gran parte dei problemi di approvvigionamento, è vietato abbassare la guardia. In Italia la media delle donazioni annue è di circa 1.6 a donatore. Un dato leggermente inferiore a quello europeo. Il prossimo passo sarà quello di aumentare la media a parità di donatori. Ma la vera sfida per il futuro è sensibilizzare le nuove generazioni. La popolazione invecchia e la richiesta di sangue è in aumento. Ecco perché non possiamo permetterci di stare tranquilli.